Viviamo in una società che da una parte ci spinge ad avere paura di qualsiasi cosa mentre dall'altra ci fa sentire stupidi quando ne abbiamo, dicendoci che dobbiamo scacciare e combattere la paura.
La paura ci è utile e non auguro a nessuno di voi di sbarazzarsene. Senza i suoi avvertimenti ci cacceremmo in situazioni brutte, che potrebbero avere influssi molto negativi sulla nostra vita e sulla nostra stessa sopravvivenza. Non dobbiamo cercare a tutti i costi di fare la figura degli eroi senza paure, questa figura è puramente mitologica, nessun essere vive senza avere paura.
Un conto però è avere paura e nonostante questo proseguire verso quello che sappiamo essere il giusto e un altro lasciarsi bloccare dalla paura.
Per non farci bloccare dalla paura dobbiamo innanzitutto accettarla. Più la combattiamo e la neghiamo più essa diventa forte e radicata, fino ad impedirci di fare quello che vorremmo.
Se invece accettiamo di provare paura e che questo è normale, le daremo una nuova forma e una dimensione più modesta. Questo ci permetterà di agire e fare quello che vogliamo nonostante la paura resti con noi. Il segreto è tutto qui, non lasciarci condizionare dalla paura. Questo concetto così semplice è uno dei più difficili da applicare, lo studio e l'accettazione delle proprie paure può durare anche anni, e ci saranno momenti che penseremo di esserci riusciti per poi accorgerci improvvisamente che era solo un illusione, che dobbiamo ancora percorre molta strada. Alla fine di questo grande lavoro però troveremo la più grande ricompensa: la libertà e la possibilità di agire liberamente, con la paura al nostro fianco ad avvisarci dei pericoli ma mai a bloccarci.
Possiamo cambiare la nostra realtà materiale usando il pensiero. In questo blog uniremo le argomentazioni scientifiche alla spiritualità.
domenica 23 aprile 2017
giovedì 13 aprile 2017
Quando la paura ci danneggia
Nello scorso articolo abbiamo cercato di spiegare quale sia la funzione primaria della paura e perché essa sia utile alla nostra sopravvivenza se utilizzata nel giusto contesto. Oggi parleremo invece di quando la paura viene usata fuori dal suo contesto primario di sopravvivenza, le situazioni in cui essa può diventare un peso che ci rallenta enormemente.
Ci sono situazioni che ci mettono fortemente sotto pressione, in cui ci sentiamo obbligati a dare il massimo, a essere brillanti, in cui ci sforziamo di far andare a buon fine quello che vogliamo provocandoci un alto grado di stress. Questo stress eccessivo può improvvisamente trasformarsi in paura, anche se non ci troviamo in una reale situazione di sopravvivenza, il nostro cervello reagisce come se ci trovassimo a fronteggiare un pericolo fisico che però non c'è.
La nostra ansia da prestazione finisce per diventare paura, non la paura positiva che ci salva, perché non abbiamo nessun pericolo mortale al quale sfuggire, ma quella che ci blocca e ci porta a fallire o a non tentare nemmeno.
Questo blocco dell'efficenza avviene perché si crea una distorsione tra le informazioni emotive che il nostro cervello percepisce ( pericolo imminente) e realtà ( nessuna situazione di sopravvivenza).
Queste informazioni contrastanti mandano in blocco il nostro sistema che quindi non saprà come rispondere a una situazione dove il pericolo è astratto e non materiale.
Per farvi un esempio: se devo sostenere un importantissimo colloquio di lavoro, potrei entrare nel meccanismo della paura perché non mi sento all'altezza della situazione, penso di non possedere i requisiti necessari e comincio a pensare che non sarò scelto. Il pensiero di non essere scelto mi crea paura per il futuro è quindi il mio cervello manda la risposta che darebbe alle situazioni di pericolo reale. Comincio così ad avere palpitazioni, agitazione, a sudare e non riesco a parlare tranquillamente al mio interlocutore. Ecco che la mia paura ha creato proprio l'effetto che intendevo tanto evitare. La mia insicurezza e tensione ha mandato a monte una importante occasione che mi si era presentata.
Il fallimento creerà in me problemi di stress e di autostima che mi porteranno, al prossimo colloquio a provare nuovamente queste emozioni deleterie associate ormai al meccanismo della sopravvivenza. In poche parole ho fallito perché non sono stato in grado di percepire il reale peso che aveva questo evento ai fini della mia sopravvivenza. Se io fossi riuscito a dare al colloquio il valore di un semplice scambio di idee tra esseri umani, le cose non sarebbero probabilmente andate così.
Ecco quando la paura ci blocca e ci danneggia, quando la uso per situazioni in cui non sarebbe affatto necessaria. Il mio consiglio quindi è questo: ogni volta che vi capita di avere paura, guardatevi allo specchio e chiedevi se la realtà che vi circonda in questo istante mette realmente a rischio la vostra vita. Se la risposta è no allora dovrete rendervi conto che la vostra paura non ha motivo di esistere e quindi vi tranquillizzerete.
Ci sono situazioni che ci mettono fortemente sotto pressione, in cui ci sentiamo obbligati a dare il massimo, a essere brillanti, in cui ci sforziamo di far andare a buon fine quello che vogliamo provocandoci un alto grado di stress. Questo stress eccessivo può improvvisamente trasformarsi in paura, anche se non ci troviamo in una reale situazione di sopravvivenza, il nostro cervello reagisce come se ci trovassimo a fronteggiare un pericolo fisico che però non c'è.
La nostra ansia da prestazione finisce per diventare paura, non la paura positiva che ci salva, perché non abbiamo nessun pericolo mortale al quale sfuggire, ma quella che ci blocca e ci porta a fallire o a non tentare nemmeno.
Questo blocco dell'efficenza avviene perché si crea una distorsione tra le informazioni emotive che il nostro cervello percepisce ( pericolo imminente) e realtà ( nessuna situazione di sopravvivenza).
Queste informazioni contrastanti mandano in blocco il nostro sistema che quindi non saprà come rispondere a una situazione dove il pericolo è astratto e non materiale.
Per farvi un esempio: se devo sostenere un importantissimo colloquio di lavoro, potrei entrare nel meccanismo della paura perché non mi sento all'altezza della situazione, penso di non possedere i requisiti necessari e comincio a pensare che non sarò scelto. Il pensiero di non essere scelto mi crea paura per il futuro è quindi il mio cervello manda la risposta che darebbe alle situazioni di pericolo reale. Comincio così ad avere palpitazioni, agitazione, a sudare e non riesco a parlare tranquillamente al mio interlocutore. Ecco che la mia paura ha creato proprio l'effetto che intendevo tanto evitare. La mia insicurezza e tensione ha mandato a monte una importante occasione che mi si era presentata.
Il fallimento creerà in me problemi di stress e di autostima che mi porteranno, al prossimo colloquio a provare nuovamente queste emozioni deleterie associate ormai al meccanismo della sopravvivenza. In poche parole ho fallito perché non sono stato in grado di percepire il reale peso che aveva questo evento ai fini della mia sopravvivenza. Se io fossi riuscito a dare al colloquio il valore di un semplice scambio di idee tra esseri umani, le cose non sarebbero probabilmente andate così.
Ecco quando la paura ci blocca e ci danneggia, quando la uso per situazioni in cui non sarebbe affatto necessaria. Il mio consiglio quindi è questo: ogni volta che vi capita di avere paura, guardatevi allo specchio e chiedevi se la realtà che vi circonda in questo istante mette realmente a rischio la vostra vita. Se la risposta è no allora dovrete rendervi conto che la vostra paura non ha motivo di esistere e quindi vi tranquillizzerete.
mercoledì 5 aprile 2017
E' giusto avere paura
La paura, uno dei sentimenti umani più bistrattati nella storia umana. Abbiamo sempre vissuto con vergogna l'idea di avere paure su qualcosa o qualche situazione, la società ci insegna che l'unico modo di essere vincenti è quello di non provare paura, di vivere senza questa emozione.
E senza dubbio anche molte discipline facenti parte della New Age perseguono l'ideale di ùna vita priva di paura.
Questo sentimento viene vissuto come negativo, ma questa percezione che abbiamo è basata sia sull'ignoranza del significato e della funzione delle emozioni, che sui condizionamenti subiti dall'esterno.
Oggi siamo qui per riabilitare la paura, perché non è un sentimento dannoso ma anzi, è quello che ci permette di restare in vita e di difenderci. Quello che possiamo ritenere benefico o dannoso è il modo con cui la affrontiamo, qui avviene la vera decisione per stabilire se questo sentimento può essere un aiuto o un impedimento.
La paura è un naturale campanello d'allarme che scatta nel nostro cervello quando i nostri sensi percepiscono un qualche genere di pericolo. La paura porta il cervello ad entrare in un meccanismo di preparazione ancestrale che ci permette di evitare o fronteggiare quello che ci sta accadendo. La paura libera molte sostanze tra cui Adrenalina e Cortisolo, che preparano il nostro organismo a fronteggiare il pericolo.
Quando abbiamo paura sperimentiamo un aumento del battito cardiaco e una spinta di energia, il nostro corpo viene momentaneamente potenziato rendendo maggiore la forza e la capacità dei riflessi. Possiamo quindi agire con una forza definita "sovrumana", facendo spostamenti più rapidi, ragionando più lucidamente e prendendo decisioni più rapidamente del solito.
Possiamo dire che la paura è la spinta che ci porta a sopravvivere nelle situazioni di pericolo.
Per farvi un esempio, se mi trovo davanti una persona ferita, il meccanismo della paura si attiva e mi porta a decidere in che modo sia meglio agire, mi porta ad analizzare i fattori della situazione in un tempo più breve del normale e mi permette di decidere come è opportuno agire per aiutare l'infortunato (chiamare prontamente i soccorsi, tamponare la ferita, praticare la rianimazione, ecc). Stessa cosa accade quando mi trovo in situazioni che mettono a rischio la mia persona. La paura che provo mi comunica che è necessario trovare al più presto una via di fuga e un posto sicuro. La spinta della paura mi permette di correre più velocemente e più a lungo di quanto potrei fare in condizioni normali.
Prima di sminuire la paura ed etichettarla come negativa pensate a tutte quelle situazioni in cui vi ha evitato delle brutte conseguenze. La paura , come tutti gli altri sentimenti è sana e , se viene utilizzata bene, ci è di grande aiuto.
E senza dubbio anche molte discipline facenti parte della New Age perseguono l'ideale di ùna vita priva di paura.
Questo sentimento viene vissuto come negativo, ma questa percezione che abbiamo è basata sia sull'ignoranza del significato e della funzione delle emozioni, che sui condizionamenti subiti dall'esterno.
Oggi siamo qui per riabilitare la paura, perché non è un sentimento dannoso ma anzi, è quello che ci permette di restare in vita e di difenderci. Quello che possiamo ritenere benefico o dannoso è il modo con cui la affrontiamo, qui avviene la vera decisione per stabilire se questo sentimento può essere un aiuto o un impedimento.
La paura è un naturale campanello d'allarme che scatta nel nostro cervello quando i nostri sensi percepiscono un qualche genere di pericolo. La paura porta il cervello ad entrare in un meccanismo di preparazione ancestrale che ci permette di evitare o fronteggiare quello che ci sta accadendo. La paura libera molte sostanze tra cui Adrenalina e Cortisolo, che preparano il nostro organismo a fronteggiare il pericolo.
Quando abbiamo paura sperimentiamo un aumento del battito cardiaco e una spinta di energia, il nostro corpo viene momentaneamente potenziato rendendo maggiore la forza e la capacità dei riflessi. Possiamo quindi agire con una forza definita "sovrumana", facendo spostamenti più rapidi, ragionando più lucidamente e prendendo decisioni più rapidamente del solito.
Possiamo dire che la paura è la spinta che ci porta a sopravvivere nelle situazioni di pericolo.
Per farvi un esempio, se mi trovo davanti una persona ferita, il meccanismo della paura si attiva e mi porta a decidere in che modo sia meglio agire, mi porta ad analizzare i fattori della situazione in un tempo più breve del normale e mi permette di decidere come è opportuno agire per aiutare l'infortunato (chiamare prontamente i soccorsi, tamponare la ferita, praticare la rianimazione, ecc). Stessa cosa accade quando mi trovo in situazioni che mettono a rischio la mia persona. La paura che provo mi comunica che è necessario trovare al più presto una via di fuga e un posto sicuro. La spinta della paura mi permette di correre più velocemente e più a lungo di quanto potrei fare in condizioni normali.
Prima di sminuire la paura ed etichettarla come negativa pensate a tutte quelle situazioni in cui vi ha evitato delle brutte conseguenze. La paura , come tutti gli altri sentimenti è sana e , se viene utilizzata bene, ci è di grande aiuto.
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