giovedì 13 aprile 2017

Quando la paura ci danneggia

Nello scorso articolo abbiamo cercato di spiegare quale sia la funzione primaria della paura e perché essa sia utile alla nostra sopravvivenza se utilizzata nel giusto contesto. Oggi parleremo invece di quando la paura viene usata fuori dal suo contesto primario di sopravvivenza, le situazioni in cui essa può diventare un peso che ci rallenta enormemente.
Ci sono situazioni che ci mettono fortemente sotto pressione, in cui ci sentiamo obbligati a dare il massimo, a essere brillanti, in cui ci sforziamo di far andare a buon fine quello che vogliamo provocandoci un alto grado di stress. Questo stress eccessivo può improvvisamente trasformarsi in paura, anche se non ci troviamo in una reale situazione di sopravvivenza, il nostro cervello reagisce come se ci trovassimo a fronteggiare un pericolo fisico che però non c'è.
La nostra ansia da prestazione finisce per diventare paura, non la paura positiva che ci salva, perché non abbiamo nessun pericolo mortale al quale sfuggire, ma quella che ci blocca e ci porta a fallire o a non tentare nemmeno.
Questo blocco dell'efficenza avviene perché si crea una distorsione tra le informazioni emotive che il nostro cervello percepisce ( pericolo imminente) e realtà ( nessuna situazione di sopravvivenza).
Queste informazioni contrastanti mandano in blocco il nostro sistema che quindi non saprà come rispondere a una situazione dove il pericolo è astratto e non materiale.
Per farvi un esempio: se devo sostenere un importantissimo colloquio di lavoro, potrei entrare nel meccanismo della paura perché non mi sento all'altezza della situazione, penso di non possedere i requisiti necessari e comincio a pensare che non sarò scelto. Il pensiero di non essere scelto mi crea paura per il futuro è quindi il mio cervello manda la risposta che darebbe alle situazioni di pericolo reale. Comincio così ad avere palpitazioni, agitazione, a sudare e non riesco a parlare tranquillamente al mio interlocutore. Ecco che la mia paura ha creato proprio l'effetto che intendevo tanto evitare. La mia insicurezza e tensione ha mandato a monte una importante occasione che mi si era presentata.
Il fallimento creerà in me problemi di stress e di autostima che mi porteranno, al prossimo colloquio a provare nuovamente queste emozioni deleterie associate ormai al meccanismo della sopravvivenza. In poche parole ho fallito perché non sono stato in grado di percepire il reale peso che aveva questo evento ai fini della mia sopravvivenza. Se io fossi riuscito a dare al colloquio il valore di un semplice scambio di idee tra esseri umani, le cose non sarebbero probabilmente andate così.
Ecco quando la paura ci blocca e ci danneggia, quando la uso per situazioni in cui non sarebbe affatto necessaria. Il mio consiglio quindi è questo: ogni volta che vi capita di avere paura, guardatevi allo specchio e chiedevi se la realtà che vi circonda in questo istante mette realmente a rischio la vostra vita. Se la risposta è no allora dovrete rendervi conto che la vostra paura non ha motivo di esistere e quindi vi tranquillizzerete.

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