Tutti gli esseri umani sviluppano nel corso della loro esistenza una propria visione del mondo, dettata in parte dalle proprie esperienze ed in parte dalle informazioni acquisite sia geneticamente che attraverso i comportamenti e dalle parole della propria famiglia.
Questa nostra visione è la fetta di realtà in cui viviamo e si compone sempre più o meno dei soliti elementi che si ripetono ogni giorno e ci danno sicurezza. La nostra realtà è soggettiva ed in quanto tale limitata ad un solo pezzo dell'interezza della realtà assoluta.
Questo meccanismo si mantiene efficente e funzionaole finchè, pur avendo il nostro modo di vedere le cose, cerchiamo esperienze e conoscenze che possano arricchire ed ampliare la nostra visione.
Quello che rischiamo però è, con l'andare del tempo, di radicarci nella nostra visione, rendendola un vero e proprio guscioche ci possa difendere da tutto quello che c'è al di fuori, creando una corazza che con gli anni diventa sempre meno permeabile alle novità.
Quendo questo accade poniamo le nostre convinzioni come metro di giudizio universale e ci perdiamo la visione delle infinite sfaccettature della realtà che ci circonda.
Se per paura ci chiudiamo, ci priviamo di tutte le esperienze, sia belle che brutte, che potrebbero arricchirci.
Si vine a creare così un circolo vizioso dove le cose sono ferme ed immutabili, perdiamo interesse verso i nuovi stimoli e le nuove scoperte che la realtà ci può fornire.
Ci precludiamo da soli tutte le infinite possibilità che l'Universo contiene (la realtà comprende infinite possibilità, sfaccettature e alternative) e , quando queste arrivano a noi, o le respingiamo o non siamo in grado di vederle.
Chiudere la propria realtà è la cosa che più pericolosa che possiamo fare perché impedendo alle cose di scorrere creiamo dei blòocchi energetici che, con il tempo, ci portano ad un indebolimentodella mente al punto di ammalarci (il circuito della Dopamina che cessa la produzione se non abbiamo più stimoli che ci diano gioia).
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