Ci sono nella nostra vita situazioni che sul momento ci sembrano difficili ed impossibili da risolvere ma che, se continuiamo a tentare con approcci diversi alla fine riusciamo a superare.
Alcune situazioni però sono l'esatto opposto, soprattutto quelle che sono causate da altre persone; ci sono casi in cui non possiamo fare niente per migliorarle perché non dipendono direttamente dal nostro libero arbitrio.
Il cambiamento richiede infatti un dispendio di energie e una grande forza di volontà da parte di chi lo desidera, che spesso da tutto ciò che può per raggiungere lo scopo.
In questo non c'è nulla di male se il cambiamento che vogliamo riguarda noi stessi o una situazione sbagliata che viviamo. Quello che invece spesso succede è che vogliamo aiutare gli altri a risolvere delle LORO situazioni che, in quanto tali, non possono dipendere dal nostro ma dal loro libero arbitrio e dalla loro volontà di cambiamento.
Non sempre chi si lamenta e si dimostra infelice è disposto ad uscire dagli schemi e a fare attivamente degli sofrzi per cambiare. La stabilità infatti, anche se è negativa e dannosa, dà sicurezza.
La nostra prima spinta in queste situazioni, in quanto persone empatiche, è quella di aiutare queste persone, spesso però ci rendiamo conto che alla fine noi facciamo più sforzi della persona direttamente interessata. Questo è uno di quei casi in cui perseverare non fa bene.
Ostinarsi a investire energie nel cambiamento per qualcuno che non ha realmente la voglia di farlo è per noi controproducente e frustrante. E più ci sentiamo frustrati per i nostri sforzi a vuoto e più continuiamo a provarci, investendoci sempre più tempo, energia e volontà.
Alla fine la persona che stiamo provando ad aiutare avrà come beneficio quello di sentire che è importante per qualcuno ma non quello di ottenere il cambiamento che tanto sembrava desiderare perché, se essa ottenesse quello che vuole, poi si preoccuperebbe di perdere l'attenzione di cui la stiamo colmando.
Ecco che si instaura quindi un circolo vizioso dove la lamentela non è dettata dallla reale insoddisfazione che produce la mancanza di cambiamento ma diventa piuttosto una forma di ricerca di attenzioni dall'esterno.
Vi diffido dal perseverare in certe situazioni perchè, finchè saremo noi a fare gran parte del lavoro, queste persone non avranno mai occasione di poter attivamente cambiare la loro vita.
Spesso, se noi ci distacchiamo anche solo un po', sarà la persona stessa a cominciare a prendere iniziative per risolvere i problemi che la affliggono.
Finchè restiamo attaccati ai suoi problemi danneggeremo sia noi che lei perchè la priveremo della possibilità di esercitare il SUO libero arbitrio.
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