giovedì 29 dicembre 2016

Lasciare il vecchio, accogliere il nuovo

Ciao a tutti,
proprio adesso che ci avviciniamo alla fine dell'anno ho deciso di discutere l'importanza di eliminare ciò che non ci serve per fare spazio alle cose nuove.
La nostra mente è da considerarsi alla stregua della nostra casa.
Se cominciamo ad accumulare cianfrusaglie per un motivo o per un altro (perché ce le hanno regalate, sono belle anche se inutili, potrebbero esserci utili in futuro, ecc.ecc) andrà a finire che lo spazio disponibile si ridurrà sempre di più, progressivamente e senza che noi ce ne accorgiamo, fino ad arrivare al punto in cui non possiamo nemmeno muoverci per colpa delle cose che abbiamo lasciato dove non dovevano stare.
La nostra mente funziona esattamente alla stessa maniera, ci sono emozioni, situazioni e ricordi che sono importanti apparentemente, per un motivo o per un altro, rappresentano qualcosa che non vogliamo perdere e allora li teniamo lì, nei corridoi della nostra psiche, li accumuliamo fino a non poter più camminare tra i nostri pensieri.
Ci sono situazioni passate alle quali facciamo fatica a rinunciare, anche se siamo coscienti che non esistono più, continuiamo a mantenerle presenti come se fossero appena avvenute.
Quello che ci sfugge di questo meccanismo è che se non ci sbarazziamo di queste influenze del passato non saremo mai in grado di esprimere il desiderio del nuovo con potenza sufficiente per portarlo nella nostra realtà.
Non possiamo aprirci se non abbiamo abbastanza spazio interiore.
Questo della fine dell'anno è il momento migliore per lasciar andare tutto quello che non ci serve o che ci ha danneggiato quest'anno.
La fine dell'anno rappresenta sempre un momento propizio in cui si celebra il passaggio dal vecchio al nuovo, dalla morte alla rinascita, in questi giorni viene celebrato il nuovo inizio, l'esprimersi di nuove possibilità.
Per questo motivo si usa esprimere un desiderio alla mezzanotte: per dare energia ad una nuova realtà che per noi sia positiva e migliore di quella che ci siamo lasciati alle spalle.
Per questo vi incoraggio a sognare e desiderare, questo è il momento perfetto per VOLERE qualcosa di meglio.
Buone feste e felice 2017!

mercoledì 21 dicembre 2016

Il cambiamento siamo noi

Oggi voglio parlarvi del cambiamento.
Possiamo ottenere una realtà diversa, migliore?
Certo!
Ma come?
Dobbiamo ricordarci innanzitutto che la realtà così come la percepiamo è un'insieme di onde collassate che le danno una certa forma e che il collasso dell'onda, ovvero il prodursi di un dato evento, è influenzato da un osservatore.
Tutti noi siamo osservatori, consapevoli o no. Le nostre informazioni vengono abbinate e memorizzate grazie alle emozioni. Sono le emozioni che ci danno la potenza necessaria a materializzare una certa realtà piuttosto che un'altra.
Ecco quindi la chiave per il cambiamento della realtà, l'osservatore.
Se cambiamo l'osservatore cambia infatti anche la realtà osservata.
Ogni cambiamento che vogliamo ottenere deve quindi partire da dentro di noi.
Seguendo la regola secondo cui la realtà esterna rispecchia il nostro pensiero e le nostre emozioni si giunge facilmente alla conclusione secondo cui non posso volere un mondo migliore se io per primo non mi impegno per diventare una persona migliore attraverso i pensieri e le azioni.
Agire è infatti la fase finale e fondamentale del cambio di realtà, l'azione di porta a stabilire con fermezza che questo è quello che vogliamo, è lavorare per ottenerlo anche ad un livello prettamente materiale.

domenica 18 dicembre 2016

Amare sé stessi per amare gli altri

Amare sé stessi è un passo fondamentale per riuscire ad amare veramente le altre persone. Fino a quando non possediamo qualcosa non possiamo donarla agli altri.
Se io ad esempio non possiedo del cibo non posso sfamare chi ne ha bisogno. Il ragionamento è molto semplice e funziona per qualsiasi soggetto, anche e soprattutto per le emozioni.
Se la realtà è il mio specchio, essa contiene solo quelle informazioni che io già possiedo e che vi ho inserito creandola.
Non posso costruire una realtà d'amore se per primo non possiedo amore. Non lo posso donare né condividere.
Prima di imparare ad amare gli altri, accettandoli così come sono, con pregi e difetti, devo fare la stessa cosa con me.
Posso essere forte solo se mi sento amato e questo amore lo devo percepire prima da dentro, altrimenti è solo uno stimolo esterno e illusorio, passeggero perché dipendente dalla volontà altrui e non dalla mia.
Non amare sé stessi significa non dare valore alla cosa più importante per noi. Il primo passo, ancora prima di modificare la realtà esterna, deve essere quello di modificare quella interiore.
Alleniamoci a dimostrare a noi stessi amore, coccoliamoci e confortiamoci, vogliamoci bene e curiamoci. Così facendo staremo meglio e il nostro potenziale d'amore potrà fiorire ed essere condiviso con gli altri e con l'universo intero.
L'amore che provo dentro di me viene infatti riflesso verso l'esterno e la realtà mi rimanderà, come uno specchio, una realtà d'amore.

mercoledì 14 dicembre 2016

Ammalarsi non è la soluzione migliore

Quando viviamo situazioni emotive scoraggianti le nostre difese immunitarie sono soggette ad un abbassamento.
Più queste difese sono basse e ovviamente più si alza il rischio che possiamo ammalarci.
L'unica soluzione che abbiamo è quindi interrompere la spirale di sentimenti negativi prima che ci portino a sintomi fisici impossibili da ignorare.
Esistono varie strategie per superare questi momenti di stress e sconforto:
possiamo andare a fare una passeggiata con il nostro cane, fare un bagno rilassante, o qualsiasi altra cosa che ci dia piacere e soprattutto ci crei una distrazione, temporanea ma utile, dallo stato in cui ci troviamo.
La malattia è infatti anche un modo che il nostro corpo ha per richiedere le attenzioni che, quando è in salute, gli neghiamo per mancanza di tempo o altri motivi.
La malattia ci obbliga a fermarci, ci distoglie dalla nostra solita routine e così facendo siamo obbligati a concedere attenzione a noi stessi e al nostro corpo.
Ammalarsi è quindi un modo (sbagliato) per poter avere del tempo per noi stessi e riposare.
La domanda è: dobbiamo veramente arrivare al punto di stare male per darci attenzioni e cure amorevoli?
Io credo che siamo esseri straordinari e meritevoli di amore, innanzitutto da noi stessi.

sabato 10 dicembre 2016

Che cosa sono le malattie psicosomatiche?

Durante la nostra vita arriviamo a sperimentare certe situazioni spiacevoli che liberano nel nostro corpo una miriade di sostanze tossiche per il nostro organismo che, se si accumulano, possono dare origine a vere e proprie malattie.
La malattia psicosomatica è, come dice il nome stesso, l'espressione fisica di uno squilibrio che parte dalla psiche, cioè che ha origine da emozioni negative.
Le tipiche malattie psicosomatiche sono l'acidità di stomaco, che può arrivare se persiste a diventare una vera e propria gastrite o un'ulcera, o il mal di testa, i dolori articolari soprattutto alla colonna vertebrale e le infiammazioni in varie aree del nostro corpo.
La psicosomatica è quella branca di medicina che si occupa di indagare su come i disturbi emotivi agiscano sul corpo e sulle sue affezioni.
La malattia arriva al corpo come un sintomo all'inizio irrilevante, come una specie di avviso di qualcosa che non va come dovrebbe e, se viene ignorato il disturbo emotivo che lo origina, si esprime infine come vera e propria patologia.
Ma perché ignoriamo i disturbi emotivi?
Semplicemente perché certe volte non abbiamo il tempo o l'energia per indagare a fondo sull'origine del nostro disturbo e quindi preferiamo negare di averne uno (finché è possibile).
Un tipico esempio di questo è il raffreddore con febbre che ci compare quando stiamo attraversando o siamo appena usciti da una situazione stressante a livello emotivo quanto stancante a livello fisico.
Questo calo di energie dovuto alla stanchezza e allo stress ci causa una malattia (che magari chiamiamo influenza) che ci "costringe" a rallentare il ritmo e a prenderci tempo per riposare.
Il nostro corpo ad un certo punto ci blocca, costringendoci al riposo.
Non arriviamo dunque sempre al punto di ammalarci per trovare il tempo di riposare fisicamente ma soprattutto mentalmente.
Dedicare a noi stessi e ad attività piacevoli anche solo pochi minuti al giorno ci può aiutare ad evitare tante malattie.

mercoledì 7 dicembre 2016

Perdoniamo noi stessi


Per cambiare il solito meccanismo che ci porta sempre a guardare alle esperienze passate dobbiamo innanzitutto metterci di fronte agli errori che abbiamo commesso, perché sono state quelle azioni sbagliate o anche non compiute che ci hanno portato alla realtà presente che ci fa soffrire.
Una volta individuato l'errore, dobbiamo accettare di averlo commesso e capire le ragioni che ci hanno spinto ad agire o non agire in quel determinato modo.
Questa infatti è la chiave di volta, capire perché l'errore sia stato commesso ci aiuterà a non ripetere lo stesso meccanismo in futuro.
Una volta comprese quelle dinamiche che ci hanno portato sulla strada che non volevamo, dobbiamo accettare il fatto che noi, in quanto esseri umani, non siamo perfetti e possiamo commettere errori.
A questo punto dobbiamo concederci il perdono per l'errore commesso, non stare a rimuginarci giorno e notte, perché questo ci porterebbe via preziose energie che possiamo dedicare a tante attività più costruttive.
Perdonarci per gli errori del passato è una solida base sulla quale costruire la nostra autostima e ci aiuta certamente a diventare più forti.
Volerci bene è anche capirci e accettarci con i pregi e i difetti che abbiamo.
Questo ci renderà più ricettivi e creativi nel campo della nostra realtà e le cose che non ci piacciono cominceranno a cambiare perché, ricordatelo sempre, l'Universo risponde sempre al nostro amore.

venerdì 2 dicembre 2016

Smettiamola di guardare sempre al passato

Oggi voglio parlarvi di uno dei problemi con cui ci scontriamo molto spesso: ricordare le esperienze del passato come metodo per affrontare/sfuggire il momento presente.
Quando il presente non ci soddisfa abbiamo infatti la tendenza a rifugiarci nei ricordi del passato, rendendoli così un tempo "ideale", di benessere, pieno del meglio che, raffrontato con il presente, ci attira in una realtà piena di rimpianti per le belle cose o le occasioni perdute.
Quando entriamo dentro questo meccanismo non ci rendiamo conto del fatto che, così facendo, restringiamo la nostra realtà, precludendoci il potenziale che essa racchiude e privandoci delle sue infinite possibilità. Restringere la nostra realtà ci danneggia sia a livello di salute, prima psicologica e poi fisica, ma anche a livello di uso della Legge di Creazione Intenzionale.
Restando intrappolati all'interno di questa rete è infatti molto facile giungere alla conclusione di aver sbagliato strada ad un certo punto del nostro percorso, altrimenti infatti non si spiegherebbe come eravamo più felici in passato.
Questo è un punto di vista errato per diversi motivi: il passato è stato determinato da noi e dalle nostre scelte così come anche il presente che stiamo vivendo e il futuro che andremo a creare. Se ad un certo punto le cose hanno preso una piega che non ci è piaciuta è stato perché abbiamo smesso di dare energia a quello che desideravamo per concentrarci su qualcos'altro. Ed ancora, se anche il presente non ci piace non significa che vivere in un passato idealizzato che non esiste sia la soluzione migliore.
Per uscire da un presente che non ci piace l'unica soluzione è quella di cominciare attivamente a buttare energia verso il cambiamento pilotato, in modo che la situazione si volga in futuro a nostro favore.
Smettiamola di vivere nel passato e cominciamo a lavorare nel presente, cosicché il futuro possa essere sempre migliore di quello che ci siamo lasciati alle spalle.
Apprezzare le cose positive del Qui e Ora ci aiuta a mantenerci saldi e a creare qualcosa che per noi sia buono e soddisfacente, cosa che non possiamo fare finché restiamo nel passato.